domenica 5 novembre 2017

Appunti storici su Sagama


Il 22 ottobre 2017, in occasione dell'inaugurazione della struttura VILLA SAN GABRIELE ARCANGELO, casa alloggio edificata dall'Amministrazione Comunale di Sagama nella ex casa parrocchiale, ho presentato una breve relazione sulla storia del paese che riporto qua nel formato pdf pubblicato nel sito accademia.edu .

https://www.academia.edu/35060877/APPUNTI_STORICI_SU_SAGAMA

giovedì 2 novembre 2017

I CIMITERI E LA STORIA CANCELLATA

I CIMITERI E LA STORIA CANCELLATA

Fino alla “Fusione Perfetta” tra il Regno di Sardegna e gli altri stati governati da casa ‘Savoia’, i cimiteri in Sardegna erano sempre posti intorno ai luoghi di culto presenti nel villaggio: non fu applicato il noto ‘editto di San Cloud’, con cui Napoleone Bonaparte, aveva imposto che i cimiteri fossero posti fuori dai centri abitati e i morti fossero sepolti in delle fosse ‘comuni’. I nobili e gli esponenti del clero venivano sepolti dentro la chiesa, gli altri nei cortili degli stessi edifici di culto in fosse scavate nel terreno: un’area del cimitero non consacrata veniva destinata ad accogliere i bambini non battezzati e i morti in contrasto con Dio.

In Sardegna nel XX secolo vi una forte politica edilizia cimiteriale: in quasi tutti i paesi vennero edificati dei nuovi cimiteri fuori dai centri abitati e dotati di una cappella.
A metà dell’800 la situazione era però disastrosa: l’ultimo Intendente di Cuglieri Félix Despine nel 1858-59 ci fornisce una sommaria descrizione di un particolare cimitero del villaggio di Magomadas in Planargia: “il cimitero del villaggio è qualcosa di terrificante; la fossa comune, una specie di pozzo in uso anche in molti altri posti, è ancora utilizzato per i bambini morti senza battesimo, e nonostante sia coperto da una pietra, lascia uscire degli odori nauseabondi”.

È successivamente alla nascita del Regno d’Italia nel 1861, che però lo stato inizia a far edificare dei veri e propri cimiteri, di concezione maggiormente moderna, o per lo meno, più vicini a quelli da noi conosciuti.
Mi limiterò in questa breve nota a ricordare gli esempi di alcuni cimiteri che ben conosco: quello di Scano Montiferro, ad esempio è il più antico, con una continuità storica sorprendente, benché all’interno del paese, sorgessero di piccoli cimiteri, presso le cappelle delle confraternite e presso San Nicola.
A Sagama, il vecchio cimitero, posto di lato alla chiesa di San Gabriele Arcangelo, fu utilizzato fino agli anni immediatamente successivi alla 2 guerra mondiale; il nuovo cimitero, progettato già durante gli anni trenta, fu concluso intorno al 1950, con la traslazione di tutte le salme dei deceduti presso il nuovo camposanto posto in località “Su Chercu Muzzu”. Questa notizia di cui trovai qualche cenno in qualche documento per ora inedito mi fu confermata a livello orale da mia zia Rita Soro, deceduta qualche anno fa, che aveva fatto ‘traslare’ le ossa del padre Salvatore morto nel 1942, presso una nuova tomba di famiglia acquistata nel 1950.

A Sindia, il vecchio cimitero come risulta dalle mappe della seconda metà dell’800 era posto nell’attuale piazza San Giorgio insieme alla cappella (oggi non più esistente) detta de Sas Recumandadas. Il nuovo cimitero progettato intorno al 1880, fu completato ai primi del ‘900: anche in questo caso, vi fu la ‘traslazione’ delle salme nelle nuove tombe di famiglie. Il cimitero di Sindia, merita un’attenzione particolare: la parte più antica nei pressi della cappella, meriterebbe il rango di “cimitero monumentale”: parecchie tombe infatti presentano statue e decorazioni che ne fanno dei piccoli capolavori artistici. Un altro piccolo cimitero sorgeva nei pressi della chiesa di San Pietro e di quella di Santa Croce che fu inglobata nel nuovo edificio dell’Asilo Parrocchiale, edificato negli anni ’30. Informatori orali, mi raccontarono che durante i lavori furono ritrovate delle ossa umane: lo stesso accade nei cortili di alcune case di via Maddalena, i cui cortili, erano confinanti con quello della chiesa di San Pietro. Si trattava forse del cimitero della chiesa scomparsa intitolata al culto della Maddalena.


SINDIA- PIAZZA SAN GIORGIO, DOVE SORGEVA IL VECCHIO CIMITERO.

Con la scomparsa dei cimiteri intorno alla chiese, fu purtroppo cancellata la memoria storica di numerosi villaggi: certo dobbiamo immaginarci piccoli cimiteri dotati di uno o due cancelli, quasi privi di lapidi, con tante piccole croci in legno, poste nel terreno. Soltanto dalla fine dell’800 il regolamento di “Polizia Mortuaria” ha iniziato a prevedere che i morti venissero inumati all’interno dei bauli. I primi bauli, tuttavia, erano molto scadenti: per i bisognosi, la cosiddetta “cassa da morto”, veniva pagata dal Comune, che attingeva alla cosiddetta “cassa dei poveri”, per poter offrire anche ai meno abbienti una dignitosa sepoltura. A Monteleone Roccadoria, presso la chiesa di Sant’Antonio Abate, è ancora possibile vedere il vecchio cimitero, seppur pavimentato e privo di lapidi o croci.


MONTELEONE ROCCADORIA (SS), CHIESA DI SANT'ANTONIO CON IL VECCHIO CIMITERO.

Ma tuttavia ci fornisce un’idea di come potessero essere i cimiteri. Interessanti anche gli esempi cimiteriali che possiamo ritrovare presso l’isola- parco ed ex colonia penale dell’Asinara.


ASINARA -CIMITERO DI 'FORNELLI.